domenica 19 febbraio 2012

Chi ha fatto teatro può insegnare la vita, anche ai giovani!

In ricordo di Serena Bassano


Quando a lasciarci è una persona amica, il dolore è forte. Quando a lasciarci è una persona amica e la stessa ti ha aperto nuovi orizzonti, il dolore diventa ancora più forte.
Questa notte Serena Bassano ha raggiunto suo padre e sua madre. Si è ricongiunta a loro, proprio come aveva sempre desiderato, invocando il corso della vita.
Serena la conobbi molti anni fa. In quel tempo ero assessore alla cultura a Busalla. Avevo avuto il suo numero di telefono per l'organizzazione di una serie di eventi che volevamo collegare alla figura di Gilberto Govi. A Genova, non si poteva parlare di Rina e Gilberto Govi senza passare attraverso la memoria e la cultura di Serena Bassano.
Ci incontrammo per la prima volta alla stazione di Genova Brignole. Lei sarebbe venuta a Busalla, a parlarci di Govi... Era il tempo in cui i cellulari ed internet non erano così diffusi. Così per riconoscerci, lei mi disse che avrebbe tenuto tra le mani il suo libro “Il teatro di Govi” (scritto a quattro mani con il suo amico di sempre Mauro Montarese).
Proprio come se il libro fosse una rosa tra i capelli, il nostro incontro fu un incontro d'amore (dove alla forma dell'amore abbiamo dato il connotato dell'Amicizia... quella vera). Da allora abbiamo camminato insieme. C'era una grande empatia. Serate di lunghe telefonate a parlare: io seduto a terra sopra il mio tappetto (che spesso mi portava a rivivere le sue narrazioni e i suoi racconti di vita vissuta), lei nella poltrona che fu di suo padre, l'amatissimo Enrico Bassano. Serate al circo. Serate a teatro: a volte anche tre volte alla settimana per non perdere le più belle opere messe in scena e l'occasione di incontrare coloro che sono stati suoi grandi amici o compagni di lavoro (Massimo Dapporto, Eros Pagni, Gigi Proietti, Giulia Lazzarini, Anna Proclemer...).
Si, perché Serena aveva dedicato tutta la sua vita al teatro e al circo. Sarebbe impossibile scrivere tutto quello che ha fatto nella vita: l'attrice, la diffusione delle opere di Gilberto Govi (a lei dobbiamo il fatto di aver trovato in allegato a quotidiani e riviste le commedie di Govi), la memoria storica del teatro (tradotta in numerose tesi, delle quali è sempre stata correlatrice), libri sul teatro, la conservazione della memoria dell'opera di Luigi Bassano (suo zio), mostre, critiche, articoli di giornali... insomma un “sugo di mare” atto a promuovere gli amori della sua vita: il teatro e il circo.
A me ha insegnato tanto. Mi ha dedicato tantissimo tempo, non saprei quantificarlo. Mi è stata vicina nei momenti difficili, supportando le mie scelte ed incoraggiandomi nel perseguire la strada scelta. Perché il teatro insegna alla vita, e chi ha fatto teatro può insegnare la vita, anche ai giovani.
Serena aveva una casa ricca di ricordi. Ricordi con i quali conviveva. Perché con lei la vita non era stata generosa. Alle pareti le foto dei suoi amici. Tutte autografate. Tutte cariche di amore e di riconoscenza, non solo per lei, ma anche per il suo papà. Tra questi spiccavano: Sam Benelli, Raffaele Viviani, Eduardo De Filippo, Vittorio De Sica (che oltre a teatro, la volle accanto a se ne “I colpevoli”, film del 1956), Aldo e Carlo Giuffrè... per citare quelli che ritornano alla mia mente. Oggetti comuni carichi di storia, della sua vita personale e relazionale con il mondo del teatro: ogni oggetto era fonte di narrazione e collegamenti al suo vissuto.
Negli ultimi anni, affrontando la malattia che ti toglie i ricordi, Serena ha sofferto. Lontano dall'affetto di tutti i suoi amici. Spero che per questo possa perdonarci e che ora, accanto a suo padre e sua madre, possa ritrovare il significato del suo nome, così fortemente voluto da suo nonno... Grazie Serena, grazie di tutto!

Aprile 2005 - con Serana Bassano

domenica 12 febbraio 2012

One moment in time


Gli occhi di un bambino davanti ad immagini di vittoria sportiva.
Una dolce melodia, dalle parole incomprensibili, per me che a quei tempi al massimo conoscevo meglio i fonemi della lingua dei miei genitori.
L'emozione. L'emozione nel sentire e nel vedere... nell'accrescere nel cuore la voglia di vivere e di avere, anche solo per una volta un momento nella vita: “One moment in time”.
Quell'incontro fu così meraviglioso che i miei occhi e le mie orecchie avrebbero conosciuto per molto tempo la dolce sinfonia di un angelo.
Un angelo, perché chi canta così altro non è che un angelo.
Un angelo che arriva diretto al cuore delle persone. Che fa vivere emozioni infinite, struggenti e voglia di rinascita al contempo.
E poi, come ogni essere vivente, siamo chiamati alla sofferenza, al dolore; alla ricerca di un appiglio che ci possa proiettare verso la luce che domani, anche senza di noi, sorgerà inesorabile.
“One moment in time”... un momento nella vita può valere la desolazione e la tristezza che ognuno di noi si porta nel cuore? Può valere le sconfitte? Può annebbiare tutte le incertezze?
Oggi esce dalla luce una voce d'angelo, una voce che mi ha regalato emozioni infinite, struggenti e voglia di rinascita al contempo.
Oggi sono un po' più debole, perché anche “One moment in time” non annebbia le incertezze, le sconfitte e la tristezza, anche se domani il sole sorgerà, uguale e puntuale come al solito.

...Give me one moment in time
When I'm more than I thought I could be
When all of my dreams are a heartbeat away
And the answers are all up to me
Give me one moment in time
When I'm racing with destiny
Then in that one moment of time
I will feel
I will feel eternit...